Istituto Romano San Michele

Galleria

Maestro fiorentino vicino ai modi di Daniele Da Volterra.         
Sacra Famiglia con San Giovannino
1540 circa
Olio su tavola
cm. 115 x 96


La pittura su tavola caratterizzò il Medioevo e il Rinascimento e andò man mano in disuso durante il XVII secolo a causa degli alti costi che i tempi di esecuzione i materiali generavano rispetto alla più economica tela. 
Nella scena è probabile che la Madonna, il Bambino e San Giuseppe costituiscano la composizione originaria mentre il San Giovannino in alto a destra e le due figure in alto a sinistra siano state aggiunte in un secondo momento.
I colori vivi della tavola e il disegno fine delle figure riconducono a un maestro fiorentino, vicino a Michelangelo, che potrebbe essere Daniele Da Volterra celebre per aver ‘vestito’ le figure nude di Michelangelo nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.

Maestro fiorentino vicino ai modi di Daniele Da Volterra. Sacra Famiglia…

Francesco Giangiacomo (1783-1864)     
Copia dai SS. Pietro e Paolo di Raffaello e Fra Bartolomeo ai Musei Vaticani
1830 circa
olio su tela
cm 220X120


Francesco Giangiacomo fu docente di disegno presso l’Ospizio Apostolico del San Michele per tutta la prima metà dell’Ottocento. 
Le due tele, riferite al maestro da Michela Gianfranceschi, sono la copia di due dipinti raffiguranti San Pietro e San Paolo oggi ai Musei Vaticani ed eseguiti da Raffaello Sanzio e Fra Bartolomeo agli inizi del Cinquecento. Il docente realizzava la copia dall’originale affinché fosse a disposizione degli allievi per studio; da essa era anche possibile realizzare arazzi o copie su tela di dimensioni più piccole.

Francesco Giangiacomo (1783-1864) Copia dai SS. Pietro e Paolo di Raffaello…

Francesco Giangiacomo (1783-1864)     
Copia dai SS. Pietro e Paolo di Raffaello e Fra Bartolomeo ai Musei Vaticani
1830 circa
olio su tela
cm 220X120


Francesco Giangiacomo fu docente di disegno presso l’Ospizio Apostolico del San Michele per tutta la prima metà dell’Ottocento. 
Le due tele, riferite al maestro da Michela Gianfranceschi, sono la copia di due dipinti raffiguranti San Pietro e San Paolo oggi ai Musei Vaticani ed eseguiti da Raffaello Sanzio e Fra Bartolomeo agli inizi del Cinquecento. Il docente realizzava la copia dall’originale affinché fosse a disposizione degli allievi per studio; da essa era anche possibile realizzare arazzi o copie su tela di dimensioni più piccole.

Francesco Giangiacomo (1783-1864) Copia dai SS. Pietro e Paolo di Raffaello…

Giulio Aristide Sartorio            
I Figli di Caino (frammento)
Olio su tela
1887/1888 circa
cm 253X160


La tela è il frammento di un fregio di circa sei metri di lunghezza che Sartorio realizzò tra i 27 i 28 anni concentrandosi su un soggetto drammatico: i figli di Caino, ovvero l’origine di tutte le violenze della storia a partire dal primo atto di sangue dell’umanità: Caino che uccide il fratello Abele.
Il giovane disteso di spalle senza vita potrebbe essere Abele stesso. La tigre accovacciata potrebbe essere il simbolo della violenza feroce che ha invaso il mondo.
Il Maestro tentò di vendere l’opera senza successo e decise pertanto di tagliarla in quattro frammenti che regalò a suoi amici artisti. Oltre al frammento del San Michele se ne conosce un secondo in collezione privata; gli altri due sono dispersi.

Giulio Aristide Sartorio I Figli di Caino (frammento) Olio su tela…

Cerchia di Vincenzo Camuccini (1771-1844)        
Sibilla Cumana e Sibilla Persica
Olio su tela
1830 circa
cm. 123 x 101 (Sibilla Persica), cm. 138 x 100 (Sibilla Cumana) 


Le Sibille del San Michele derivano dai noti prototipi conservati nella pinacoteca dei Musei Capitolini a Roma, la Sibilla Cumana e la Sibilla Persica, dipinte rispettivamente nel 1622 da Domenico Zampieri, detto il Domenichino, e nel 1647 da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Le Sibille sono divinità pagane e nella tradizione cristiana hanno preannunciato la nascita di Cristo allo stesso modo dei Profeti biblici.
Le copie del San Michele sono di qualità molto alta e l’ipotesi che si propone in questa sede è di riferirle entrambe alla bottega di Vincenzo Camuccini, uno dei più grandi pittori romani della prima metà del XIX secolo.

Cerchia di Vincenzo Camuccini (1771-1844) Sibilla Cumana e Sibilla Persica Olio…

Cerchia di Vincenzo Camuccini (1771-1844)        
Sibilla Cumana e Sibilla Persica
Olio su tela
1830 circa
cm. 123 x 101 (Sibilla Persica), cm. 138 x 100 (Sibilla Cumana) 


Le Sibille del San Michele derivano dai noti prototipi conservati nella pinacoteca dei Musei Capitolini a Roma, la Sibilla Cumana e la Sibilla Persica, dipinte rispettivamente nel 1622 da Domenico Zampieri, detto il Domenichino, e nel 1647 da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Le Sibille sono divinità pagane e nella tradizione cristiana hanno preannunciato la nascita di Cristo allo stesso modo dei Profeti biblici.
Le copie del San Michele sono di qualità molto alta e l’ipotesi che si propone in questa sede è di riferirle entrambe alla bottega di Vincenzo Camuccini, uno dei più grandi pittori romani della prima metà del XIX secolo.

Cerchia di Vincenzo Camuccini (1771-1844) Sibilla Cumana e Sibilla Persica Olio…

Maestro caravaggesco attivo alla metà del XVII secolo.       
Cena in Emmaus
Olio su tela
1650 circa
cm. 150 x 218


La Cena in Emmaus del San Michele è un capolavoro del quale non sono conservati documenti che consentano di arrivare ad una attribuzione precisa. 
I chiaroscuri sono molto evidenti grazie a una luce che proviene da sinistra, segno di una suggestione che l’autore ha tratto dal Caravaggio. I colori caldi e chiari, assieme a una combinazione simmetrica delle figure nello spazio, riconducono a un ambiente nord-italiano, probabilmente veneto. Ciò è sufficiente a datare il dipinto alla metà del Seicento. Il soggetto è raffigurato in modo essenziale: Cristo appare a due discepoli nelle vesti di un mendicante invitato a tavola e viene riconosciuto nel momento in cui, benedicendo il pane e il vino, compie il sacramento dell’Eucaristia.

Maestro caravaggesco attivo alla metà del XVII secolo. Cena in Emmaus…

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